Negli ultimi anni si è intensificato un fenomeno di cambiamento molto interessante nel mondo del Logo Design, in particolare in settori come il lusso o il tech.

In realtà dietro a questo cambiamento ci sono delle spiegazioni, alcune puramente tecniche, altre culturali, altre ancora puramente strategiche.

Proviamo ad analizzare una per una. Partiamo da quelle squisitamente grafiche: si tratta in tutti i casi di caratteri Sans Serif, ovvero senza grazie, cioè senza i tratti terminali, comunemente chiamati bastoni.

Sono quindi caratteri molto semplici, facili da riprodurre e soprattutto da leggere sugli smartphone, luogo eletto per la loro fruizione.

Impatto e chiarezza sono ormai le parole chiave richieste da tutti i brand per la costruzione dei loro loghi: un marchio semplice e leggibile evoca anche servizi facili da usare, diretti e chiari.

In particolare l’obiettivo di comunicazione non è più quello di “fare rumore” per distinguersi visivamente, ma risultare affidabile nella vita quotidiana delle persone.

C’è poi da fare una riflessione più “marketing-oriented” legata al logo e all’identità visiva.

Un tempo il logotipo era ispirato al concetto da comunicare, mentre adesso il logo non ha più questa funzione fondamentale.

Oggi è il marchio (ovvero il nome e i valori materiali e immateriali che evoca) che fissa il concetto.

Oltre a questo c’è anche una riflessione specifica da fare sui marchi legati alle utility digitali: oggi siamo così pervasi da queste app, siti e servizi mobile che sono diventati parte della nostra vita quotidiana e quindi anche della nostra “lingua”.

I marchi diventano quindi sempre più parole (o verbi) di uso comune.

In inglese l’espressione “I google this” è ormai un esempio intelligibile da tutti, anche nella forma italiana “Ora lo googlo”.

E’ quindi evidente che se un marchio diventa parola è più importante che diventi un carattere piuttosto che un logo.

Tutto ciò, però indica comunque un importante cambiamento all’interno della progettazione di un’identità visiva.

Per due motivi:

  • Da un lato una flessibilità mai vista prima per i brand. Avere versioni completamente diverse di un logo era una cosa molto rara
  • Dall’altro un grande appiattimento delle identità delle aziende

La necessità comune di tutti questi rebrand è quello di migliorare la leggibilità del proprio logo sulle piattaforme digitali, attraverso una migliore riproducibilità a schermo e in piccole dimensioni.

Ma questo non genera un effetto negativo se TUTTI fanno la stessa cosa? Io credo che vedremo importanti sviluppi su questo fronte.

Forse questo uso esagerato dei font sans-serif o bastoni porterà ad un ritorno alla moda dei serif?

Secondo me sì. Anzi, lo si sta già vedendo su molti siti importanti ed influenti…